domenica 22 dicembre 2019

Cosa si nasconde dietro le quinte?


Un piccolo passo indietro.
C’è da dire che probabilmente siamo già al punto finale della faccenda. L’hanno già detto, senza tanti giri di parole: chi non accetta la magica trasformazione delle ipotesi scientifiche in indiscutibili verità metafisiche va semplicemente curato. Ne avevamo già discusso qui: le tecniche ci sono. E sono pronte. E secondo la tecnica d’ingegneria sociale della “Finestra di Overton” ne stiamo già cominciando a parlare. Questo significa una cosa sola: avanziamo spediti verso il controllo totale. Controllo che passa e si realizza attraverso l’imposizione di dogmi nuovi, perché no, anche di natura climatica.

Scrive Roberto Marchesini su la Nuova Bussola Quotidiana:
Ci siamo. La tesi di uno psicoterapeuta bavarese: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo» va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia. Siamo allo psicoreato e all’ingegneria sociale nel segno del climatismo. Ci mancava solo questa. Sulla rivista della Camera Federale degli Psicoterapeuti (l’equivalente dell’Ordine degli Psicologi) della Baviera è comparso un articolo scritto dal giovane psicoterapeuta Fabian Chmielewski intitolato «La negazione dell’apocalisse. Affrontare la crisi climatica dal punto di vista della psicoterapia esistenziale». La tesi dell’articolo è semplice: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo», chi non prova «la risposta emotiva appropriata» di fronte a questa «apocalisse» (cioè il panico, come suggerito dall’«attivista climatica Greta Thunberg»), va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia.

Superfluo raccomandare la lettura del pezzo intero qui sopra citato: Marchesini è sempre tagliente ed illuminante. Vale la pena riflettere su quello che scrive.

Ora, un passo avanti.



Primo: chi pensa col proprio cervello, va curato


Quindi un primo dato: ci si sta muovendo – con grande anticipo rispetto a quello che avevo previsto – sul piano della cura-rieducativa. A suon di elettrodi nel cervello, i dissidenti vanno curati, ovvero ri-educati. Come per l’omofobia, come per il sovranismo, come per tutto il resto. Tra un po’  anche per la fede, ovviamente.
Cambio di marcia.


Ecco ora il mio post:
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Credo che si possa facilmente immaginare le polemiche che ha suscitato presso i lettori più “green“. E non mi sarei aspettato nulla di diverso, per carità. Quello che invece mi ha colpito è stato il seguito di commenti piccati provenienti non da lettori sconosciuti, ma da persone che stimo e che so di per certo a loro agio nel variegato mondo della scienza (senza l’acca finale).

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