Cosa si nasconde dietro le quinte?
Un piccolo passo indietro.
C’è da dire che probabilmente siamo già
al punto finale della faccenda. L’hanno già detto, senza tanti giri di
parole: chi non accetta la magica trasformazione delle ipotesi scientifiche in indiscutibili verità metafisiche va semplicemente curato. Ne avevamo già discusso qui: le tecniche ci sono. E sono pronte. E secondo la tecnica d’ingegneria sociale della “Finestra di Overton” ne stiamo già cominciando a parlare. Questo significa una cosa sola: avanziamo spediti verso il controllo totale. Controllo che passa e si realizza attraverso l’imposizione di dogmi nuovi, perché no, anche di natura climatica.
Scrive Roberto Marchesini su la Nuova Bussola Quotidiana:
Ci siamo. La tesi di uno psicoterapeuta bavarese: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo» va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia. Siamo allo psicoreato e all’ingegneria sociale nel segno del climatismo. Ci mancava solo questa. Sulla rivista della Camera Federale degli Psicoterapeuti (l’equivalente dell’Ordine degli Psicologi) della Baviera è comparso un articolo scritto dal giovane psicoterapeuta Fabian Chmielewski intitolato «La negazione dell’apocalisse. Affrontare la crisi climatica dal punto di vista della psicoterapia esistenziale». La tesi dell’articolo è semplice: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo», chi non prova «la risposta emotiva appropriata» di fronte a questa «apocalisse» (cioè il panico, come suggerito dall’«attivista climatica Greta Thunberg»), va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia.
Superfluo raccomandare la lettura del
pezzo intero qui sopra citato: Marchesini è sempre tagliente ed
illuminante. Vale la pena riflettere su quello che scrive.
Ora, un passo avanti.
Primo: chi pensa col proprio cervello, va curato
Quindi un primo dato: ci si sta muovendo – con grande anticipo rispetto a quello che avevo previsto – sul piano della cura-rieducativa. A suon di elettrodi nel cervello, i dissidenti vanno curati, ovvero ri-educati. Come per l’omofobia, come per il sovranismo, come per tutto il resto. Tra un po’ anche per la fede, ovviamente.
Cambio di marcia.
Ecco ora il mio post:
Credo che si possa facilmente immaginare le polemiche che ha suscitato presso i lettori più “green“.
E non mi sarei aspettato nulla di diverso, per carità. Quello che
invece mi ha colpito è stato il seguito di commenti piccati provenienti
non da lettori sconosciuti, ma da persone che stimo e che so di per
certo a loro agio nel variegato mondo della scienza (senza l’acca
finale).
Nessun commento:
Posta un commento