domenica 22 dicembre 2019



In Occidente i più bravi in matematica sono i veneti

Non sono dell’idea di prendere i dati Ocse come oro colato. Anzi. L’Ocse è uno strumento che viene usato come una clava per orientare la politica da tanti anni, attaverso un uso decontestualizzato di dati e grafici.

Detto questo, non può però che sorprendere il dato appena reso noto dalle rilevazioni Ocse-Pisa sul rendimento in matematica degli italiani. La stampa nazionale ha dato grande risalto ai risultati sulla comprensione dei testi, che vede i quindicenni italiani poco capaci nella lettura. Il dato è stato pompato eccessivamente dai media perchè non risulta un grande scostamento dagli altri paesi dell’area Ocse, ma ha fatto emergere senz’altro una cosa: non è per nulla vero che la scuola italiana è troppo sbilanciata verso le discipline cosiddette “umanistiche” a scapito delle “scientifiche”. Semmai sta emergendo l’esatto opposto. Gli italiani in matematica non se la cavano niente affatto male, ed il coefficente utilizzato nei report per misurare il livello di comprensione matematica, ad esempio, risulta superiore a quello dei lussemburghesi, degli spagnoli, degli americani e dei belgi. Dunque, a dare retta ai risultati Ocse, gli italiani sono competenti in matematica in misura soddisfacente, e di sicuro più di quanto lo siano nella comprensione di un testo scritto.

Ma se i dati delle rivelazioni rovesciano quello che l’opinione pubblica solitamente dice (troppo latino, troppa letteratura e gne gne gne…), è il dato sul Veneto e la matematica quello che fa letteralmente sobbalzare sulla sedia. I quindicenni veneti, infatti, risultano essere in matematica in più bravi di tutto l’Occidente, secondi solo agli studenti asiatici di Cina, Giappone e Corea.

Sarebbe allora interessante realizzare uno studio che spieghi i motivi di questa stranezza. Fra l’altro, confrontando il dato del 2018 con quelli degli anni scorsi, il risultato non cambia. Anche se i media si guardano bene dall’evidenziare queste informazioni, gli studenti veneti risultano i migliori occidentali in matematica da diversi anni.
Nell’attesa che qualcuno si metta di buzzo buono e realizzi il paper esplicativo, il sottoscritto, da veneto, prova ad abbozzare alcune ipotesi.
  1. i veneti sono ambiziosi
  2. i veneti sono molto pratici
  3. i veneti sono molto motivati
Ovviamente, a detta di molti, noi veneti siamo anche lamentosi, antipatici e ubriaconi. Requisiti niente affatto trascurabili per saper fare di conto.
Fonte:

Cosa si nasconde dietro le quinte?


Un piccolo passo indietro.
C’è da dire che probabilmente siamo già al punto finale della faccenda. L’hanno già detto, senza tanti giri di parole: chi non accetta la magica trasformazione delle ipotesi scientifiche in indiscutibili verità metafisiche va semplicemente curato. Ne avevamo già discusso qui: le tecniche ci sono. E sono pronte. E secondo la tecnica d’ingegneria sociale della “Finestra di Overton” ne stiamo già cominciando a parlare. Questo significa una cosa sola: avanziamo spediti verso il controllo totale. Controllo che passa e si realizza attraverso l’imposizione di dogmi nuovi, perché no, anche di natura climatica.

Scrive Roberto Marchesini su la Nuova Bussola Quotidiana:
Ci siamo. La tesi di uno psicoterapeuta bavarese: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo» va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia. Siamo allo psicoreato e all’ingegneria sociale nel segno del climatismo. Ci mancava solo questa. Sulla rivista della Camera Federale degli Psicoterapeuti (l’equivalente dell’Ordine degli Psicologi) della Baviera è comparso un articolo scritto dal giovane psicoterapeuta Fabian Chmielewski intitolato «La negazione dell’apocalisse. Affrontare la crisi climatica dal punto di vista della psicoterapia esistenziale». La tesi dell’articolo è semplice: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo», chi non prova «la risposta emotiva appropriata» di fronte a questa «apocalisse» (cioè il panico, come suggerito dall’«attivista climatica Greta Thunberg»), va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia.

Superfluo raccomandare la lettura del pezzo intero qui sopra citato: Marchesini è sempre tagliente ed illuminante. Vale la pena riflettere su quello che scrive.

Ora, un passo avanti.



Primo: chi pensa col proprio cervello, va curato


Quindi un primo dato: ci si sta muovendo – con grande anticipo rispetto a quello che avevo previsto – sul piano della cura-rieducativa. A suon di elettrodi nel cervello, i dissidenti vanno curati, ovvero ri-educati. Come per l’omofobia, come per il sovranismo, come per tutto il resto. Tra un po’  anche per la fede, ovviamente.
Cambio di marcia.


Ecco ora il mio post:
Cattura.JPG

Credo che si possa facilmente immaginare le polemiche che ha suscitato presso i lettori più “green“. E non mi sarei aspettato nulla di diverso, per carità. Quello che invece mi ha colpito è stato il seguito di commenti piccati provenienti non da lettori sconosciuti, ma da persone che stimo e che so di per certo a loro agio nel variegato mondo della scienza (senza l’acca finale).

Circo de Soleil Alegria

giovedì 19 dicembre 2019

giovedì 12 dicembre 2019

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COMBATTIAMO LA PAURA - Dario Miedico, a Pensiero Libero - 30/11/2019

martedì 10 dicembre 2019

1. Dunque la logica del pacchetto giustificherebbe l'approvazione dell'ESM-2 e renderebbe ragionevole l'avvenuta "approvazione che, anche se non ci fosse, non può più essere rifiutata". Perché è meglio "chiudere". Parola di "fonti dell'Eurogruppo"...Tradotte o che si esprimono direttamente in italiano? No, perché in tal caso, non ci risulta, per ora, che questa fosse una dichiarazione attribuibile al Ministro dell'economia italiano, non presente a Bruxelles in quel momento. E, d'altra parte, l'Eurogruppo è un organo collegiale la cui volontà costitutiva di effetti giuridici vincolanti, può essere formata e quindi esternata solo dai ministri componenti dell'organo: i funzionari dei "tavoli tecnici", siano tali funzionari italiani o anche non, avendo funzioni meramente istruttorie e preparatorie, non hanno la legittimazione a fare dichiarazioni giuridicamente operative sull'avvenuto perfezionamento della procedura approvativa di una fonte di diritto: queste dichiarazioni spettano solo all'organo collegiale politico competente e quando sia perfezionata la procedura deliberativa sull'oggetto posto all'ordine del giorno. Quindi persino un singolo rappresentante nazionale nell'organo collegiale, un ministro, potrebbe dire "abbiamo approvato", dopo la deliberazione definitiva; non un funzionario, prima della deliberazione ancora non svoltasi. Accadono cose curiose..

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mercoledì 4 dicembre 2019