domenica 22 dicembre 2019



In Occidente i più bravi in matematica sono i veneti

Non sono dell’idea di prendere i dati Ocse come oro colato. Anzi. L’Ocse è uno strumento che viene usato come una clava per orientare la politica da tanti anni, attaverso un uso decontestualizzato di dati e grafici.

Detto questo, non può però che sorprendere il dato appena reso noto dalle rilevazioni Ocse-Pisa sul rendimento in matematica degli italiani. La stampa nazionale ha dato grande risalto ai risultati sulla comprensione dei testi, che vede i quindicenni italiani poco capaci nella lettura. Il dato è stato pompato eccessivamente dai media perchè non risulta un grande scostamento dagli altri paesi dell’area Ocse, ma ha fatto emergere senz’altro una cosa: non è per nulla vero che la scuola italiana è troppo sbilanciata verso le discipline cosiddette “umanistiche” a scapito delle “scientifiche”. Semmai sta emergendo l’esatto opposto. Gli italiani in matematica non se la cavano niente affatto male, ed il coefficente utilizzato nei report per misurare il livello di comprensione matematica, ad esempio, risulta superiore a quello dei lussemburghesi, degli spagnoli, degli americani e dei belgi. Dunque, a dare retta ai risultati Ocse, gli italiani sono competenti in matematica in misura soddisfacente, e di sicuro più di quanto lo siano nella comprensione di un testo scritto.

Ma se i dati delle rivelazioni rovesciano quello che l’opinione pubblica solitamente dice (troppo latino, troppa letteratura e gne gne gne…), è il dato sul Veneto e la matematica quello che fa letteralmente sobbalzare sulla sedia. I quindicenni veneti, infatti, risultano essere in matematica in più bravi di tutto l’Occidente, secondi solo agli studenti asiatici di Cina, Giappone e Corea.

Sarebbe allora interessante realizzare uno studio che spieghi i motivi di questa stranezza. Fra l’altro, confrontando il dato del 2018 con quelli degli anni scorsi, il risultato non cambia. Anche se i media si guardano bene dall’evidenziare queste informazioni, gli studenti veneti risultano i migliori occidentali in matematica da diversi anni.
Nell’attesa che qualcuno si metta di buzzo buono e realizzi il paper esplicativo, il sottoscritto, da veneto, prova ad abbozzare alcune ipotesi.
  1. i veneti sono ambiziosi
  2. i veneti sono molto pratici
  3. i veneti sono molto motivati
Ovviamente, a detta di molti, noi veneti siamo anche lamentosi, antipatici e ubriaconi. Requisiti niente affatto trascurabili per saper fare di conto.
Fonte:

Cosa si nasconde dietro le quinte?


Un piccolo passo indietro.
C’è da dire che probabilmente siamo già al punto finale della faccenda. L’hanno già detto, senza tanti giri di parole: chi non accetta la magica trasformazione delle ipotesi scientifiche in indiscutibili verità metafisiche va semplicemente curato. Ne avevamo già discusso qui: le tecniche ci sono. E sono pronte. E secondo la tecnica d’ingegneria sociale della “Finestra di Overton” ne stiamo già cominciando a parlare. Questo significa una cosa sola: avanziamo spediti verso il controllo totale. Controllo che passa e si realizza attraverso l’imposizione di dogmi nuovi, perché no, anche di natura climatica.

Scrive Roberto Marchesini su la Nuova Bussola Quotidiana:
Ci siamo. La tesi di uno psicoterapeuta bavarese: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo» va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia. Siamo allo psicoreato e all’ingegneria sociale nel segno del climatismo. Ci mancava solo questa. Sulla rivista della Camera Federale degli Psicoterapeuti (l’equivalente dell’Ordine degli Psicologi) della Baviera è comparso un articolo scritto dal giovane psicoterapeuta Fabian Chmielewski intitolato «La negazione dell’apocalisse. Affrontare la crisi climatica dal punto di vista della psicoterapia esistenziale». La tesi dell’articolo è semplice: chi non si mostra «adeguatamente interessato all’imminente distruzione del mondo così come lo conosciamo», chi non prova «la risposta emotiva appropriata» di fronte a questa «apocalisse» (cioè il panico, come suggerito dall’«attivista climatica Greta Thunberg»), va curato. Ha «problemi psicologici» che richiedono una psicoterapia.

Superfluo raccomandare la lettura del pezzo intero qui sopra citato: Marchesini è sempre tagliente ed illuminante. Vale la pena riflettere su quello che scrive.

Ora, un passo avanti.



Primo: chi pensa col proprio cervello, va curato


Quindi un primo dato: ci si sta muovendo – con grande anticipo rispetto a quello che avevo previsto – sul piano della cura-rieducativa. A suon di elettrodi nel cervello, i dissidenti vanno curati, ovvero ri-educati. Come per l’omofobia, come per il sovranismo, come per tutto il resto. Tra un po’  anche per la fede, ovviamente.
Cambio di marcia.


Ecco ora il mio post:
Cattura.JPG

Credo che si possa facilmente immaginare le polemiche che ha suscitato presso i lettori più “green“. E non mi sarei aspettato nulla di diverso, per carità. Quello che invece mi ha colpito è stato il seguito di commenti piccati provenienti non da lettori sconosciuti, ma da persone che stimo e che so di per certo a loro agio nel variegato mondo della scienza (senza l’acca finale).

Circo de Soleil Alegria

giovedì 19 dicembre 2019

giovedì 12 dicembre 2019

COMPRESSA-MENTE: Vaccini: esperimenti segreti in Italia

COMPRESSA-MENTE: Vaccini: esperimenti segreti in Italia: VACCINI: ESPERIMENTI SEGRETI IN ITALIA Romano Prodi e Livia Turco (foto web) di Gianni Lannes I vaccini non servono alla salute dei...

COMBATTIAMO LA PAURA - Dario Miedico, a Pensiero Libero - 30/11/2019

martedì 10 dicembre 2019

1. Dunque la logica del pacchetto giustificherebbe l'approvazione dell'ESM-2 e renderebbe ragionevole l'avvenuta "approvazione che, anche se non ci fosse, non può più essere rifiutata". Perché è meglio "chiudere". Parola di "fonti dell'Eurogruppo"...Tradotte o che si esprimono direttamente in italiano? No, perché in tal caso, non ci risulta, per ora, che questa fosse una dichiarazione attribuibile al Ministro dell'economia italiano, non presente a Bruxelles in quel momento. E, d'altra parte, l'Eurogruppo è un organo collegiale la cui volontà costitutiva di effetti giuridici vincolanti, può essere formata e quindi esternata solo dai ministri componenti dell'organo: i funzionari dei "tavoli tecnici", siano tali funzionari italiani o anche non, avendo funzioni meramente istruttorie e preparatorie, non hanno la legittimazione a fare dichiarazioni giuridicamente operative sull'avvenuto perfezionamento della procedura approvativa di una fonte di diritto: queste dichiarazioni spettano solo all'organo collegiale politico competente e quando sia perfezionata la procedura deliberativa sull'oggetto posto all'ordine del giorno. Quindi persino un singolo rappresentante nazionale nell'organo collegiale, un ministro, potrebbe dire "abbiamo approvato", dopo la deliberazione definitiva; non un funzionario, prima della deliberazione ancora non svoltasi. Accadono cose curiose..

Luciano Barra Caracciolo: audizione alla Camera sul funzionamento del MES

mercoledì 4 dicembre 2019

lunedì 25 novembre 2019

domenica 17 novembre 2019

Lo scienziato “Padre Del Riscaldamento Globale” ammette infine che la teoria è sbagliata novembre 10, 2019 Scritto da Baxter Dmitry Lo scienziato ampiamente noto come il “Padre del riscaldamento globale” ha ammesso per la prima volta che i dati utilizzati per promuovere la sua teoria del cambiamento climatico, erano falsi e manipolati fraudolentemente da Al Gore per soddisfare un’agenda. Nel 1988 l’ex scienziato della NASA, James Hansen, ha testimoniato al Congresso durante un’audizione sul riscaldamento globale organizzata dall’allora deputato Al Gore, per produrre modelli scientifici basati su una serie di scenari diversi che potrebbero avere un impatto sul pianeta. Secondo Hansen, Al Gore ha messo i dati forniti in uno “scenario peggiore” e li ha intenzionalmente distorti, rinominandolo come “riscaldamento globale”, facendo decine di milioni di dollari nel processo. Il modello è stato intitolato “Scenario B” ed è stato uno dei tanti forniti al Congresso da Hansen, tuttavia ha escluso fattori significativi nel senso che non rifletteva le condizioni del mondo reale. Ciò non ha impedito ad Al Gore e agli allarmisti climatici, di utilizzare i dati per fuorviare milioni di persone in tutto il mondo. Tuttavia, un nuovo studio che confronta i dati del mondo reale con il modello originale dello Scenario B, non trovando alcuna correlazione, ha ricevuto il sostegno di Hansen, con il “Padre del riscaldamento globale” che ammette di essere ” devastato ” dal modo in cui i suoi dati sono stati utilizzati dal clima allarmisti.

Documenti desegretati sul Golpe Europeo ai danni dell'Italia mostrati in...

Autism: made in USA - sub ita -- completo

venerdì 15 novembre 2019

Trump e Putin combattono gli stessi nemici - Aleksandr Dugin

Fuori da questa trappola per topi - Nicola Donti

Ricevo ora da Robert Kennedy jr. alcuni risultati riportati da Children Health’s Defense relativi a comparazioni tra bambini vaccinati e non vaccinati. Li riassumo di seguito. Per chiarezza, la patologia o la condizione elencata è quella rilevata nei bambini vaccinati e il segno + indica l’incremento rispetto a chi non è stato vaccinato. Autismo + 760% Disturbi del sonno +500% Disturbi della parola +210% Allergie +163% Necessità di avere un supporto all’educazione +863% Infezioni non relative all’influenza +440% Mortalità nelle femmine +1.000% Mortalità nei maschi +393% Disturbi dello sviluppo neurologico nei nati a termine +370 % Disturbi dello sviluppo neurologico nei prematuri +670% Riniti allergiche +3.000% Diabete in Finlandia: da 14/100.000 nei non vaccinati a 41/100.000 nei vaccinati Diabete di tipo 1 in chi ha ricevuto tutte e tre le vaccinazioni antipolio: da 8,27/100.000 nei non vaccinati a 20,87/100.000 nei vaccinati Asma nei vaccinati contro il Papilloma virus +801% Pubertà prematura nei vaccinati contro l’epatite B +210% Morbo di Crohn nei vaccinati con vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia +301% Colite ulcerosa nei vaccinati con vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia +253% Aborti nelle donne gravide vaccinate contro l’influenza che furono vaccinate anche l’anno precedente +770% Aborti nelle donne gravide vaccinate contro l’influenza H1N1 e contro l’influenza corrente +1.140% Narcolessia in Svezia dopo vaccinazione contro l’influenza suina +2.500% Intussuscezione (invaginazione di alcuni tratti dell’apparato digerente) dopo vaccinazione contro il Rotavirus +580% Atopia in Guinea Bissau dopo vaccinazione contro il morbillo +280% Mortalità in Nuova Zelanda nelle bambine vaccinate contro la tubercolosi +245% Mortalità nelle bambine vaccinate con vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse +568% Mortalità nelle bambine indiane vaccinate con vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse e, insieme, con vaccino contro la tubercolosi confrontate con le bambine indiane vaccinate con uno solo dei due vaccini +240% Mortalità nei bambini della Guinea Bissau dopo richiami vaccinali contro difterite, tetano e pertosse (1° richiamo +181%; 2° richiamo +436%) Asma +1.140% Rinite allergica (febbre da fieno) +1.000% Mortalità nei bambini che hanno ricevuto la vaccinazione contro il morbillo e (vaccino trivalente) contro difterite, tetano e pertosse in confronto ai bambini che hanno ricevuto solo il vaccino contro il morbillo +259% Sclerosi multipla nei vaccinati contro l’epatite B rispetto a chi non è stato vaccinato contro quella malattia +310% Morte in culla (SIDS) associata ai vaccinati con vaccino trivalente contro difterite, tetano e pertosse 70% contro il 30% delle morti non associate a quel vaccino Per evitare perdite di tempo, rendo noto che tutti i dati derivano da ricerche regolarmente pubblicate. A volte si potrà trovare la stessa condizione patologica con due risultati diversi (es. rinite allergica). La differenza nelle due pubblicazioni è quella normale quando si tratta di ricerche mediche. Il succo, però, resta immutato. Vedi anche: https://houseofmaedhros.wordpress.com/

martedì 12 novembre 2019

Arriva M3V - Vaccini Vogliamo Verità: Chi sono e come votarli: Luca Teod...


SANTA COMMISSIONE O SANTA INQUISIZIONE? 11 Novembre 2019 da Redazione 7 commenti Pubblichiamo come significativo il testo della lettera appello inviato dall’avvocato Marco Della Luna alla Senarice Liliana Segre. (per la difesa della Fede nella Narrazione ) Questo scritto è un appello alla sen. Segre, al suo coraggio, alla sua lucidità. di Marco Della Luna Una delle più gravi violazioni in atto dei principi fondamentali della Costituzione e della stessa civiltà occidentale è la limitazione ai diritti di informazione, di insegnamento e di ricerca scientifica voluta dal pensiero unico e dai suoi beneficiari: –la pubblica informazione è in mano a cinque grandi agenzie mondiali, controllate da capitali privati, dedite al filtraggio delle notizie, delle analisi e al consolidamento di un pensiero unico liberista-mercatista-globalista; ad esse quasi tutti i giornalisti e i mass media si attengono, anche quelli pubblici; -i docenti, anche quelli universitari, persino quelli di filosofia, ricevono dalla politica direttive ideologiche afferenti al pensiero unico, cui devono attenersi per conservare il posto, far carriera, aver visibilità; –la ricerca scientifica, con la stampa scientifica, è in gran parte finanziata e controllata da capitali privati che contrattualmente si riservano la proprietà dei risultati e il diritto di decidere che cosa divulgare e che cosa no; in tal modo il capitale orienta la scienza, il suo insegnamento, la sua applicazione, dall’economia alla medicina; –ai medici in Italia è stato perfino vietato, sotto pena di radiazione, di esercitare il diritto di informazione dei pazienti sugli effetti dei vaccini obbligatori; –FaceBook esercita arbitrariamente il potere di oscurare i suoi utenti non allineati col pensiero unico (lo ha fatto anche a me, per un mese, durante la campagna elettorale europea); –imperversa la pratica del grievance-mongering, o vittimismo di mestiere, consistente nell’attaccare, isolare, licenziare, oscurare persone che hanno espresso le proprie idee o preferenze nel rispetto della legge, e che strumentalmente il vittimista accusa di averlo offeso nella sua sensibilità religiosa o etnica o razziale o sessuale. Tutto ciò costituisce un’aggressione organica, sistemica, strategica. alla stessa esistenza di una società basata sulle predette libertà, ed esigeva l’urgente costituzione di una Commissione parlamentare per la tutela delle medesime libertà. Invece, hanno fatto la Commissione Segre per il controllo discrezionale della comunicazione via internet (con possibilità di censura, punizione e oscuramento), onde limitare ulteriormente la libertà di informazione e di pensiero, col pretesto della lotta a un estremismo politico e a un razzismo o suprematismo o sessismo che, sì, esistono e sono talvolta lesivi di beni giuridici riconosciuti, ma sono già puniti dalle leggi italiane e che non hanno, né possono avere in questa fase storica, la forza materiale per minacciare la società. L’istituzione della Commissione va vista e studiata insieme con altre due ‘riforme’: –il tracciamento di ogni pagamento e versamento (con la costrizione a passare per una banca ad ogni transazione); –l’imposizione di vaccinazioni di massa senza trasparenza sugli effetti reali dei prodotti inoculati (con l’Ema che vuole inserire dal 2022 le certificazioni vaccinali nei passaporti come condizione di validità). Le tre suddette riforme vanno comprese come strumenti fondamentali e integrati dell’attuale fase evolutiva del controllo sociale, basata essenzialmente: -sulla manipolazione e modificazione diretta degli uomini, anche biologica e genetica, via farmaci, vaccini, alimenti, etc.; -sul loro monitoraggio costante e capillare nelle idee, negli spostamenti, nel denaro; -sulla possibilità di escluderli unilateralmente, con un click, dalle reti (comunicazioni, servizi, accesso al proprio denaro in banca). Lo statuto della Commissione Segre (andatevelo a leggere: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/347775.pdf ) è formulato in termini vaghi, indeterminati, ampiamente soggettivi e discrezionali, non limitati all’istigazione all’odio (…intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza nei confronti di persone o gruppi sociali sulla base di alcune caratteristiche quali l’etnia, la religione, la provenienza, l’orientamento sessuale, l’identità di genere o di altre particolari condizioni fisiche o psichiche), in modo che essa possa censurare, impedire e reprimere non solo e non tanto le istigazioni all’odio, ma la divulgazione di informazioni e analisi oggettive che possano, per le loro implicazioni, suscitare indignazione morale, “odio” nella Neolingua politically correct. Infatti, è facile equivocare tra indignazione e odio, accusare colui di diffondere odio colui che in realtà diffonde informazioni e commenti su inganni, soprusi, illegalità, tradimenti politici, maxi-truffe bancarie coperte dalle istituzioni, soprattutto in relazione al nuovo ordine globale e totalizzante, il quale delegittima come eresia ogni alternativa a sé stesso. L’ordine del capitalismo finanziario e del mercato (non libero, ma) manipolato, con tutti gli effetti sulla vita delle persone e delle società, è un ordine onnipervasivo, egemonizza l’intrattenimento, la cultura e la stessa contro-coltura (vedi il fenomeno Greta). Il totalitarismo capitalista non è funzionalmente diverso da altri totalitarismi, a quelli verso cui, per il pensiero unico, è lecito esprimere odio, come quello autore dello sterminio di milioni soggetti appartenenti a categorie-bersaglio, tra cui innanzitutto gli Ebrei, compresi i familiari della sen. Segre – la quale suppongo non abbia percepito per tempo i fini liberticidi a cui è stata strumentalizzata, ma ora può ben rimediare brillantemente. Gli Ebrei, ricorrenti vittime della persecuzione contro la libertà culturale, sono pure storici paladini, nonché simbolo, della medesima! La Commissione Segre, nata da un testo della Boldrini e che dovrebbe chiamarsi commissione Boldrini ed è stata ridenominata ‘Segre’ solo per inibire le critiche, ha uno statuto che, con la sua vaghezza, la predispone Manipolazione di massa -a prevenire e contrastare lo svilupparsi una coscienza dei gravissimi, attuali conflitti di classe e tra nazioni, e a tutelara così la falsa narrazione irenica (deconflittualizzata) del mainstream; – a oscurare l’informazione sugli effetti perniciosi e, per l’appunto, ‘odiosi’ del liberal-globalismo, scoraggiando la critica sistemica ad esso; -a contrastare il dissenso e il suo organizzarsi in opposizione politica e sociale, ossia a difendere il pensiero unico liberale, il consenso ad esso, ai suoi esecutori politici, economici e culturali, e alle loro riforme; –a colpire ogni richiamo politico allo Stato nazionale, alla sua sovranità sulla moneta, sui confini, sulle scelte di modello socioeconomico, e alla responsabilità democratica verso il bene dei propri cittadini come funzione e dovere di tale Stato (tutte cose che l’ordine finanz-capitalistico è vigorosamente impegnato a smantellare e screditare, perché ostacolano l’ottimizzazione del mondo alle sue dinamiche anche demografiche). Molte notizie, in materia di economia, finanza, banche, immigrazione, potranno essere censurate perché idonee a suscitare indignazione sociale, che verrà ridefinita “odio” allo scopo predetto. Del resto, già gli antichi sentenziavano: veritas odium parit. Se lo scopo della Santa Commissione fosse onesto e non liberticida, se fosse diverso da quello che ho testé descritto, il suo statuto da un lato sarebbe stato garantista, cioè preciso e oggettivo nel definire, con riferimento al Codice Penale, le espressioni da colpire; e, dall’altro lato, avrebbe compreso la tutela dì diritti -questi sì costituzionalmente fondati- di opinione, informazione, ricerca e insegnamento, mediante l’individuazione e il contrasto a tutte quelle lesioni alla libertà di parola che ho menzionato in apertura. Senatrice Segre, affido a Lei l’iniziativa di questa alta difesa della Libertà! 04.11.19 Marco Della Luna

martedì 18 giugno 2019

venerdì 10 maggio 2019

Dalla Superstizione alla Fede Scientifica Posted on 10/05/2019 Rate This gasdotto La nuova “Marcia per la Scienza” rivela la regressione sociale avanzata del tardo capitalismo Di Tomasz Konicz. Originale pubblicato a maggio 2017 su obeco online con il titolo Da superstição à crença científica. Traduzione di Enrico Sanna. “Il sapere in quanto potere non conosce limiti, che si tratti della schiavitù dell’uomo o di compiacere i signori del mondo.” ~ Horkheimer-Adorno, Dialettica dell’illuminismo Alla fine di aprile c’è stata un’ondata di proteste da parte della comunità scientifica internazionale diretta principalmente contro l’atteggiamento antiscientifico del presidente degli Stati Uniti Donald Trump (Science March). Gli scienziati si trovano ad affrontare una crescente ostilità verso la scienza. Soprattutto in relazione al consenso scientifico sui cambiamenti climatici, principale oggetto dell’attacco da parte dei recenti movimenti populisti di destra. Ma si sa che le proteste sono tarate da preconcetti, e pertanto si tralascia qualunque riflessione critica sulla scienza. La critica relativa alla ricerca e l’insegnamento riguardava unicamente le condizioni di lavoro della comunità scientifica, mentre le contraddizioni della funzione sociale della scienza nell’ambito del capitalismo erano quasi interamente ignorate. La nuova “Marcia per la Scienza” rientra così in quella nozione acritica di scienza che ha avuto il suo momento di popolarità nel diciannovesimo secolo. Neanche i classici della critica della scienza sembrano aver intaccato le certezze della comunità scientifica. E infatti il mondo può apparire meravigliosamente semplice, purché si creda abbastanza nella scienza. Da un lato ci sono scienziati illuminati che, sotto forma di comunità scientifica mondiale, sono disposti a compromettersi con la ricerca oggettiva e l’insegnamento. Dall’altro lato ci sono le oscure forze irrazionali della stupidità, la superstizione e gli interessi particolari. Sembra quasi che il dominio nel mondo capitalistico si regga ancora su rozze superstizioni o sul terrore dell’inquisizione. E infatti anche nelle metropoli la scienza batte contro il muro di uno scetticismo crescente, se non talvolta apertamente ostile. Esiste un ampio movimento globale, che affonda in miti e idee deliranti, i cui esponenti variano secondo il grado di militanza e l’ideologia concreta: da quelli che per passatempo negano i cambiamenti climatici ad Alternative für Deutschland, da Donald Trump ai talebani, da Boko Haram allo Stato Islamico. Ma questa panoramica della situazione non spiega nulla. Da dove viene questo odio profondo verso la scienza, che è sempre più forte anche nei centri del tardo sistema capitalista? I gruppi di pressione e i politici populisti che polemizzano con la scienza sulla questione del clima, per dire, riflettono un diffuso stato d’animo della popolazione. L’ostilità verso la scienza, il populismo e l’estremismo non crescono solo nella periferia “sottosviluppata” (come il mondo arabo), ma soprattutto in quei centri (soprattutto gli Stati Uniti) che da tanti anni subiscono un processo di razionalizzazione. Come fa la conoscenza scientifica, la razionalizzazione capitalista pressoché completa delle società metropolitane, a trasformarsi in irrazionalità proprio in questi momenti di crisi? La domanda non è nuova. Già in passato la Teoria Critica ha posto la questione a proposito delle conseguenze barbariche dell’ultima grande crisi del sistema capitalista negli anni trenta. Come potevano, proprio nel cuore dell’Europa “civile” e razionale, nella patria dell’illuminismo, come potevano trionfare la barbarie e il mito? La risposta alla questione, che oggi provoca un nuovo allarme di fronte all’attuale dinamica populista, punta al processo esplicativo illuminista in quanto tale. Adorno e Horkheimer, nella loro famosa Dialettica dell’illuminismo, notano come sia stato proprio il processo esplicativo unilaterale dell’illuminismo, cieco in relazione a se stesso, a trasformarsi in mito. Il mondo capitalista “profondamente illuminato” brillava sotto “l’insegna di una catastrofe trionfale”, anche se l’intento dell’illuminismo era di liberare gli esseri umani dalla paura e porli “sul trono”, come leggiamo nel classico della Teoria Critica pubblicato nel 1944. La condizione di impotenza e paura del tardo capitalismo, per cui il mito si rafforza ad ogni scoppio di crisi, è dovuta proprio alla razionalità strumentale, cieca e positivista, instaurata dal processo illuminista: Il matrimonio felice tra la conoscenza umana e la natura… è patriarcale: la conoscenza che ha sconfitto la superstizione deve imperare sulla squallida natura. Il sapere che è potere non conosce barriere, non ammette la riduzione in schiavitù delle creature, né è compiacente di fronte ai signori del mondo. Come è al servizio di tutti gli obiettivi dell’economia borghese nella fabbrica e nel campo di battaglia, così è a disposizione dell’imprenditore a prescindere dalle sue origini. Più che i monarchi, sono i commercianti a controllare direttamente la tecnica, che è tanto democratica quanto il sistema economico da cui trae sviluppo. La tecnica è l’essenza di tale sapere, che non cerca concetti o immagini, né il piacere che dà il sapere, ma il metodo, l’utilizzo del lavoro altrui, il capitale… Gli uomini vogliono imparare dalla natura come poterla impiegarla al fine di dominare totalmente la natura stessa e gli uomini. Altro non occorre. Senza alcuna considerazione nei riguardi di se stesso, il sapere illuminista eliminò, cauterizzandolo, quello che restava della propria autocoscienza. Solo quel pensiero che violenta se stesso è abbastanza duro da distruggere i miti. ~ Dialettica dell’illuminismo Il metodo scientifico prodotto dal pensiero illuminista è quindi vuoto, privato di tutti quei contenuti che stanno oltre l’oggetto dello studio. È metodo puro, strumento puro, cieco davanti ai fini perseguiti, ed è di ciò che lo scienziato, col suo concetto di obiettività scientifica, è tanto orgoglioso. La conoscenza, che intende essere solo un mezzo, diventa uno strumento di dominio su un mondo che si percepisce unicamente come oggetto. Questa cecità del metodo scientifico nei suoi stessi confronti è dunque implicita nel pensiero illuminista capitalisticamente deformato. Tutta la barbarie che ne segue è già presente qui. Dopo l’irruzione dell’illuminismo, gli obiettivi più irrazionali e malati possono essere perseguiti purché ci si serva di metodi razionali. Il culmine di questo processo è rappresentato dalla fabbrica dello sterminio operato scientificamente di Auschwitz. Il pensiero “vuoto” dell’illuminismo finalizzato al dominio, che è solo uno strumento, predica il positivismo estremo. Qui l’illuminismo diventa “totalitario”, per citare Adorno e Horkheimer. Sulla strada verso la scienza moderna, gli uomini hanno rinunciato al buonsenso per rimpiazzare il concetto con la formula, la causa con la regola e la probabilità… Da questo punto in poi, la materia deve essere dominata senza il ricorso illusorio a forze sovrane o immanenti, senza l’illusione di qualità occulte. Ciò che non si lascia sottomettere al criterio della calcolabilità e dell’utilità diventa sospettoso agli occhi del pensiero illuminista. ~ Dialettica dell’illuminismo Non c’è nulla che non possa essere misurato, che non possa essere contato: a questo tende il positivismo scientifico. Solo i fatti contano. In ultima istanza, il pensiero illuminista si scioglie in un culto assoluto e arido dei fatti e dei numeri, espressione della reificazione della tarda coscienza capitalista. Le recenti discussioni sull’espressione significativa “post-verità” riassumono per intera tutta la miseria del tardo positivismo capitalista, che minaccia di trasformarsi in pensiero mitico. Il positivismo è qui solo il risultato del movimento reale, e finalmente irrazionale, del movimento di riproduzione delle società capitaliste, del fine in sé dell’accumulazione illimitata di capitale, ovvero di valore astratto, in quantità crescenti. La vicinanza tra positivismo illuminista e ideologia è chiara. Torniamo alla Dialettica dell’illuminismo: La società borghese è dominata dall’equivalenza. Questa fa sì che l’eterogeneo sia comparabile, riducibile a grandezze astratte. Agli occhi del pensiero illuminista, ciò che non può essere ridotto ad un’espressione numerica, e infine all’uno, è un’illusione: il positivismo moderno lo rimanda alla letteratura. ~ Dialettica dell’illuminismo L’apparente varietà delle società capitaliste è ingannevole: tutto il capitalismo è merce, e ogni merce ha importanza solo in quanto portatrice di valore astratto che deve essere accumulato. Solo il valore merita il riconoscimento nella sfera del capitale; pertanto in tempi di crisi prevale la tendenza ad omogeneizzare tutta la società al fine di adeguarla all’astrazione del valore della crisi (da qui l’omogeneità di razza, nazione, religione e così via). L’illuminismo (il sapere-potere che non conosce barriere e non è “compiacente di fronte ai signori del mondo”) ha fatto irruzione nella storia grazie alla collaborazione con il dominio assolutista, mentre il mondo feudale era in piena dissoluzione e il capitalismo faceva i primi passi. Questi sovrani assoluti “illuminati” del diciottesimo secolo, questi trafficanti di schiavi del tardo feudalesimo, che cercavano di spremere i propri sudditi con tecniche sempre più efficienti, riconoscevano i benefici di un dominio illuminato e “razionale” che offriva loro vantaggi competitivi in un’Europa eternamente in guerra. A partire dall’assolutismo, il potere si amplia sempre più sulla base della ragione strumentale, perfezionando lo sfruttamento e il controllo del materiale umano. Questo processo giunge in un certo senso al suo fine logico nell’era della restrizione oggettiva. Il dominio è pertanto ciò che attende i prigionieri, degradati ad oggetti, del capitalismo con la maschera della ragione strumentale. Ma anche questa degradazione contiene una sorta di metodo scientifico oggettivo, come notano Adorno e Horkheimer: Come il pensiero illuminato si comporta con le cose così il dittatore si comporta con gli uomini. Li riconosce solo nella misura in cui può manipolarli. Mentre l’uomo di scienza riconosce le cose nella misura in cui può farle. È così che il suo in-sé torna a lui. In questa metamorfosi, l’essenza delle cose si rivela come sempre uguale, come il substrato del dominio. ~ Dialettica dell’illuminismo Perché nel capitalismo ritroviamo la natura del dominio? Non ci sono più sovrani assoluti che con le loro macchine militari, con la loro fame insaziabile di denaro, diedero la spinta iniziale al dispiegarsi del capitalismo. Nel capitalismo prevale la relazione di capitale in quanto astrazione sociale reale, così che nel tardo capitalismo il dominio non ha soggetto. Ciò che prevale nel capitale è una dinamica sociale globale generata inconsciamente dai soggetti del mercato, che li fronteggia sotto le apparenze di un potere estraneo, quasi “naturale” e accecato dalla rabbia. Denaro che anela a diventare più denaro: questo processo contraddittorio di accumulazione illimitata di valori monetari astratti sta distruggendo il concretissimo mondo. E tutto accade con una precisione scientifica. La rete del dominio, mediata e senza soggetto, che nel tardo capitalismo si stringe sempre più, è stata tessuta con l’aiuto del metodo scientifico, non contro di esso. Il fine in sé irrazionale di un’accumulazione di capitale illimitata e impazzita viene perfezionato dalla scienza cieca dell’illuminismo. La ragione illuminista diventa strumento di dominio. Appare quindi chiaro cosa stia scatenando questo risentimento tardo capitalista contro la scienza. È una ribellione reazionaria e opportunista contro gli strumenti scientifici del dominio capitalista, dato che la critica del fine in sé irrazionale non è permessa. È proprio il capitale che non può più essere posto in questione. È ormai da tanto che la relazione di capitale si è sedimentata ideologicamente come “ordine naturale”, di cui l’illuminismo ha sostenuto l’imposizione, mentre le sue contraddizioni vengono verosimilmente esternalizzate o personificate. Questo avviene principalmente con la ricerca di capri espiatori. L’odio di tanti simpatizzanti di Trump contro l’attività scientifica non è attizzato soltanto dalle ovvie lobby economiche, come quelle che negano i cambiamenti climatici. Viene anche da certe esperienze quotidiane che non si riesce a capire, quando per esempio le innovazioni scientifiche distruggono posti di lavoro. L’assurdità di una forma sociale anacronistica, per cui una crescente efficienza conduce ad una crescente miseria, non viene vista dai seguaci populisti di Trump. Prende corpo invece una sorta di post-modernità mentale da distruttori di macchine, in cui l’odio verso la scienza fa il paio con il desiderio reazionario di reindustrializzazione, di ritorno alla buona e vecchia società industriale. L’odio verso la scienza è, in ultima istanza, l’odio verso le conseguenze di un progresso scientifico deformato dal capitalismo, che trasforma l’essere umano in una semplice appendice di un processo di riproduzione capitalista autonomo, contraddittorio e irrazionale. Quanto più la rivoluzione scientifica spinge il processo di razionalizzazione capitalista, tanto più l’essere umano si annulla nella sfera economica. È proprio dalla crescente eliminazione della forza lavoro dalla sfera della produzione delle merci che nasce il carattere contraddittorio del progresso scientifico nel capitalismo: da un lato, come potenziale dell’emancipazione post-capitalista e, dall’altro, come destino concreto del tardo capitalismo, che si manifesta con la deindustrializzazione di intere regioni degli Stati Uniti. Un’attività scientifica mutilata dal capitalismo, incapace di riflettere criticamente sulla propria posizione nel processo di riproduzione capitalista, contribuisce all’emersione di queste forze irrazionali contro la scienza in quanto tale. Ma finché non si cerca l’evasione dalla gabbia concettuale capitalista, qualunque innovazione scientifica in un’industria può solo generare la paura di perdere il posto di lavoro. In questo risentimento verso la scienza, diffuso in particolare tra i seguaci di movimenti populisti come quello di Trump, si esprime in ultima istanza il presentimento incosciente della propria inutilità nel tardo capitalismo.